Nintendo Switch

DREAMOUT: la nostra recensione di questa fantastica esperienza su Nintendo Switch

By Pierre Moutoucou , on 30 Ottobre 2025 à 21:37 , updated on 30 Ottobre 2025 - 5 minutes to read
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È impossibile non notare l’umorismo stravagante di DREAMOUT fin dai primi minuti. Questo videogioco indie arriva su Nintendo Switch con un’avventura breve ma incredibilmente memorabile, in cui un alpaca gravemente ustionato si imbatte in situazioni assurde e da cartone animato. Solo per l’esperienza di gioco, vale la pena dargli un’occhiata – o due mani – soprattutto se amate le sorprese!

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Ma attenzione, non è un gioco per tutti; alcuni riferimenti e battute non sono certo adatti a tutti. Questa recensione è quindi rivolta ai fan della piattaforma Nintendo, a coloro che cercano una storia diversa da qualsiasi altra abbiano mai visto. Pronti per un po’ di caos gioioso? Andiamo!

DREAMOUT su Nintendo Switch: umorismo folle, gameplay semplice e un’esperienza unica Fin dall’inizio, la scena è impostata: controlli un alpaca

che ha bevuto troppo, si sveglia in un bar squallido e intraprende un’avventura guidata da un teschio parlante (sì, avete letto bene). Sì, è ben lontano dal classico Zelda, anche se a volte l’ombra dei giochi di ruolo di vecchia scuola incombe. L’atmosfera è caotica, traboccante di situazioni assurde, a volte addirittura crude, e i dialoghi sparano battute più velocemente di quanto i minigiochi riescano a finire. Ridiamo, a volte a disagio, per questa dose concentrata di assurdità. Le missioni: trovare il corpo di uno scheletro, annientare una famiglia di carote viventi, sventare una setta di polli loschi… Una valanga di follia in cui ogni enigma serve principalmente a vedere fino a che punto il team di Game Dynasty osa spingere l’assurdo. È chiaramente la narrazione creativa, non la lunghezza, a definire DREAMOUT. Personaggi folli in un universo inclassificabile su Nintendo Switch

È impossibile non paragonare l’atmosfera a una versione RPG in pixel art di South Park. L’alpaca – che vomita arcobaleni, ovviamente – non ha pietà per le verdure, anche se urlano, e condivide il palco con Gentleman, il famoso teschio lamentoso dall’accento morboso. I dialoghi, in inglese con sottotitoli (niente francese in vista al momento…), pullulano di riferimenti alla cultura pop e gag dai molteplici significati.

Il ritmo? Veloce, efficace, mai noioso. Incontri improbabili guidano l’azione: passiamo da un minigioco di pesca a una sequenza ispirata agli sparatutto di vecchia scuola. Basti dire che ci sono continui ammiccamenti ai giocatori che hanno familiarità con i classici. Nonostante la semplicità del sistema di combattimento, ci soffermiamo principalmente a vedere cosa succede dopo nella storia. Con ogni scena, DREAMOUT gioca una nuova carta di dolce follia. Gameplay DREAMOUT: tra enigmi divertenti e progressione ultra-lineare

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Una parola che viene subito in mente giocando a questo platform è semplicità. L’esplorazione 2D si svolge lungo percorsi quasi lineari. Gli enigmi non richiedono particolari capacità intellettuali, come posizionare una scatola su un pulsante, usare una ventola per spostare un oggetto o giocare con i portali in una versione minimalista di Portal. È più divertente da giocare che da spiegare, ma non aspettatevi una sfida.

Il combattimento rimane basilare: un attacco normale, un attacco speciale, una schivata… Non siamo in Hollow Knight o DOOM (anche se un costume di riferimento fa un cameo!). Qui, perdere contro i nemici è semplicemente un incidente. Si raccolgono alcune monete per acquistare costumi parodia, niente di essenziale per la progressione. In breve, si gioca, si ride, ci si diverte: a volte il gameplay lascia con la voglia di qualcosa di più in termini di esplorazione o strategia, ma si ha la sensazione che questo non sia il vero focus del gioco.

Durata breve, divertimento immediato e poca rigiocabilità.

Siamo onesti: dopo appena due ore, il gioco è finito ed è già l’ultima birra di Alpaca. L’esperienza volutamente breve non offre nulla che valga la pena ripetere o segreti che vi facciano venire voglia di giocare di nuovo. Anche per un appassionato di grind, è difficile appassionarsi, a meno che non siate amanti dell’umorismo secco. Un peccato, vista la creatività dimostrata.

Vale la pena notare, tuttavia, alcune sequenze più tranquille in cui Alpaca e Gentleman parlano delle loro vite per aggiungere un po’ di profondità. Bello, ma l’attenzione è chiaramente rivolta al divertimento, non alla progressione o a un sistema di punti esperienza come Pokémon o Monster Hunter. Se siete il tipo che crea meticolosamente le proprie build o i propri obiettivi di grind, dovrete cercare altrove!

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Stile cartoon, bug e accessibilità su Nintendo Switch

Graficamente,

DREAMOUT va sul sicuro. Uno stile 2D colorato, modelli cartooneschi, il tutto perfetto per partite veloci (il controller in modalità portatile è d’obbligo!). Non è un capolavoro grafico, ma è coerente con la costante follia che governa l’avventura. Gli ambienti sono variegati, anche se avremmo gradito un po’ più di follia. Si verificano alcuni bug di collisione… Come il momento in cui Alpaca rimane bloccato nello scenario: è necessario un reset e le risate sono garantite! Il sound design fa il suo lavoro, tenendo il ritmo, ma niente di rivoluzionario o accattivante. La musica si dimentica facilmente tra i fuochi d’artificio visivi e testuali. Un grosso difetto, tuttavia, è la mancanza di una traduzione in francese, che priva alcuni giocatori di tutti i giochi di parole e le battute che rendono il gioco così divertente. E poiché i sottotitoli scorrono alla velocità della luce, è meglio avere una solida conoscenza dell’inglese, come una statistica base di WoW.

DREAMOUT Nintendo Switch: Recensione definitiva e consigli per i giocatori dell’avventura

Per chi ama i videogiochi atipici su

Nintendo Switch , l’avventuraDREAMOUT è un gioco che si apprezza al meglio come un intermezzo assurdo, un po’ come un aperitivo finito male (ma in pixel art). Non si gioca per la sfida, ma per il piacere di scoprire la prossima stranezza, il prossimo punto di riferimento, e vedere fino a che punto si spingeranno le folli idee dello studio. Se preferite accumulare punti esperienza e ottimizzare la vostra build per 100 ore, questo non fa per voi. Ma se l’idea di un gioco indie che rompe gli schemi e li prende in giro vi attrae, non cercate oltre!

Fonte: www.icrewplay.com

Pierre Moutoucou

Pierre Moutoucou

Salut! Je m'appelle Pierre et j'ai 32 ans. Je suis un passionné de jeux vidéo, notamment de Pokémon et de Nintendo. Les consoles de jeux n'ont aucun secret pour moi. Bienvenue sur mon site web!

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